Gli ultimi giorni

Non é facile morire in chiesa, mentre si e in preghiera davanti a Gesù Sacramentato, sotto lo sguardo dell'immagine della Madonna che pare sorrida troneggiante dall’altare. Al nostro Fratel Lorenzo é toccata questa bella sorte. Sara stato un caso, oppure dobbiamo vedervi un segno di predilezione? Lo sapremo un giorno in cielo.

Negli ultimi anni tra i fastidi della vecchiaia dovette combattere anche con gli occhi, che minacciavano di non volerlo più servire. Ma basto un po' di cura e un paio di occhiali speciali per rimettersi abbastanza a posto.

Quel giorno era stato a Roma proprio per ritirare gli occhiali. Tornando con la corriera, era disceso nella piazza di Nettuno e, fatto a piedi il breve tragitto, prima di entrare in Ritiro, si fermò in chiesa, in preghiera davanti a Gesù Sacramentato; era seduto sul primo banco vicino alla porta. Ma perché seduto ...? E nel primo banco ...? Era forse stanco, o sentiva già qualche malessere? II fatto é che dopo pochi minuti viene colpito fulmineamente da un attacco cardiaco che lo porta all' eternità. È facile immaginare lo spavento di chi fu presente. Accorsero subito i confratelli, si cercò di soccorrerlo, ma il male non dette tempo, poiché, trasportato il povero Fratello in sacrestia, spirò tra le braccia dei religiosi, dopo aver ricevuta l'assoluzione e l'Estrema Unzione.

Il caso fu davvero impressionante, però era anche previsto, dato che Fratel Lorenzo da vari anni soffriva di asma e il funzionamento del cuore non era del tutto regolare. Nonostante queste precarie condizioni di salute, non si risparmiò nella Fatica e, sfruttando la sua robusta costituzione, continuò fino all'ultimo ad uscire nei luoghi vicini per la questua.

Questo nostro buon Fratello nacque a Caprarola (Viterbo) il 30 agosto 1874 da Domenico Marcelli e Maria Gentilucci ed emise la sua professione il 15 giugno 1902.

In vista della sua età e, soprattutto, del suo comportamento serio e virtuoso, fu dai Superiori quasi subito occupato nell'ufficio della questua a vantaggio dei diversi Ritiri nei quali successivamente dimorò, lasciando dappertutto un buon ricordo di sè. Fu attaccatissimo all'Istituto per il quale si sacrificò senza risparmio.

Trovandosi ancora nel fiore degli anni, si unì ad alcuni Sacerdoti di Provincia e parti per la Missione del Brasile. È facile comprendere quanto fosse preziosa la sua presenza in quel periodo di fondazione. Però la diversità del clima non gli permise di rimanervi a lungo e dopo alcuni anni dovette rimpatriare, con dispiacere di tutti.

Tornato in Italia, riprese le sue occupazioni in varie case, finché i Superiori non lo mandarono di nuovo a Nettuno, dove cooperò a diffondere la conoscenza e la devozione verso Maria Goretti. Ebbe molta devozione per la Madonna delle Grazie. Trovandosi in casa, visitava spesso la sua prodigiosa immagine, presso la quale si tratteneva a lungo in preghiera. E pare che la Vergine SS.ma abbia quasi voluto dargli un segno del suo affetto materno facendolo spirare nel suo tempio, sotto il suo sguardo. (Necrologio Curia Generalizia dei Passionisti Roma 1955 n. XXXV).

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